Grandi fotografi di montagna: Vittorio Sella

“Sella è ancora ricordato come forse il più grande fotografo di montagna di tutti i tempi. Il suo nome è sinonimo di perfezione tecnica e raffinatezza estetica. ”

Cosi Jim Curran scrisse di Vittorio Sella, non si può che concordare. Nelle immagini di Sella troviamo quella rara raffinatezza che all’epoca e ancora oggi manca in molti fotografi, specie quelli di paesaggio. Non tutti si rendono conto quanto sia difficile e complicato rendere magnifico un paesaggio di montagna in una fotografia. Rendere l’idea, la grandezza delle pareti, l’impeto dei fiumi e l’immenso dei ghiacciai è un lavoro tutt’altro che semplice quando si tratta di portare queste emozioni a chi in montagna non c’è mai stato.
Vittorio Sella nella semplicità e perfezione delle sue immagini riusciva a portare il “lettore” dentro la scena, facendogli vivere quei momenti storici dell’alpinismo a cavallo fra il 1800 e il 1900.

Sella nacque a Biella nel 1859, ereditò la passione per il mondo verticale dallo zio Quintino fondatore del Club Alpino Italiano (CAI). La sua passione era tale da permettergli ascensioni di tutto rispetto per l’epoca come le prime invernali al Cervino e Monte Rosa. Furono notevoli le spedizioni all’estero sul Caucaso, in Alaska e il Ruwenzori in Uganda. Nel 1909 partecipò alla spedizione sul K2 di Luigi Amedeo Savoia Duca degli Abruzzi.

La qualità fotografica delle stampe di Vittorio Sella è giunta a noi ancora integra e in buono stato. Oggi l’archivio è conservato dalla fondazione Sella a Biella, perlopiù costituito da lastre 30×40 pesanti e fragili, tanto che Sella si inventò uno zaino apposito per il trasporto in alta quota e in luoghi remoti. Le immagini di Vittorio Sella ebbero una discreta diffusione arrivando fino negli Stati Uniti dove Ansel Adams durante una mostra presso il Sierra Club definì l’operato del fotografo di montagna italiano “sublime; un senso di meraviglia di tipo religioso”.

Il K2 visto da Vittorio Sella
Il K2 visto da Vittorio Sella

Ancora oggi le opere di Sella sono una guida per chi fotografa il paesaggio montano, lui stesso progressivamente passò da una fotografia di tipo didascalico e scientifico ad una più “emozionale”, cogliendo le più lievi sfumature di luce in condizioni atmosferiche particolari. Dalle sue immagini si coglie un evidente segno prospettico con linee dominanti che rendono il paesaggio immortalato grandioso. Fotografie che sembrano quadri di pittore per la cura che si nota nei dettagli, non solo un’immagine fisica, ma anche una onirica e morale, che  porta l’uomo ad un elevazione spirituale grazie al suo incontro con la montagna. Un viaggio interiore che racconta della forza della natura, dell’immensità dei paesaggi remoti, l’uomo non è altro che spettatore, talvolta in disparte a cospetto di questo difficile mondo verticale.

Vittorio Sella rimase attivo fino a tarda età sia come fotografo che alpinista (l’ultima ascensione impegnativa all’età di 70 anni). Morì nel 1943 in Biella

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