Dove e come fotografare in montagna

L’importanza della scelta dell’itinerario quando si fotografa in montagna oltre il periodo e l’altitudine.

 

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Ci sono scelte che vanno ponderate prima di un’uscita fotografica in montagna pena perdersi le luci migliori dalle posizioni più interessanti. Ritengo molto importante studiare la conformazione del territorio prima di muovermi, conoscere alla perfezione l’ortientamento di pareti e valli è essenziale per posizionarsi quando l’ora è quella prefissata con la luce migliore.

 

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Ma qual’è la luce migliore per fotografare?

La scelta della luce non è certo la questione più semplice. Molti risponderanno: “nelle ore estreme della giornata” la risposta dal mio punto di vista è parzialmente corretta. E’ verso le luci del tramonto e dell’alba in montagna sono fantastiche, ma non sono le uniche. Come non sono uniche le giornate di bel tempo per fotografare. La scelta della luce a mio parere è una decisione personale che si basa sulla propria esperienza e scelta fotografica. E’ sulla base di questa base che si sceglierà quale sia il momento migliore per appostarsi e fotografare una determinata parete o valle.

 

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Per esempio nello stesso luogo dell’immagine di alba sopra, ho scattato il giorno prima, un’immagine con una luce molto drammatica alle tre del pomeriggio. Quindi ad un orario che non è certo quello che normalmente si consiglia ad un fotografo paesaggista.
Credo invece che il risultato delle nuvole scure (diventate tali per l’uso di un filtro digradante, oltre sotto esposte per registrare le alte luci) sia interessante e si sposi perfettamente con la forma appuntita della vetta sullo sfondo.

 

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Filtro polarizzatore, come si dice in cucina, q.b. (quanto basta) per saturare il verde dell’erba e il rosa del rododendro ed otteniamo un’immagine in pratica già finita in formato RAW. La mancanza di luce sul primo piano ha evitato ombre con forte contrasto che avrebbe reso poco leggibile tutto ciò che stava nel terzo in basso della foto.

 

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Nell’organizzazione di un percorso fotografico è importante sfruttare tempi morti, ovvero quando la luce non è buona, per spostarsi, quindi bisogna evitare specie nelle giornate autunnali di spostarsi per lunghi itinerari a ridosso delle ore utili. Si richierebbe di non essere nel punto giusto all’ora prefissata. Il mio consiglio è sempre quello di valutare al massimo quattro punti in generale per un’intera giornata ed evitare che per esempio la sera ci si debba spostare per più di 30min da un punto all’altro.

 

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Questo perchè non sappiamo quanto effettivamente ci occorra per spostarci anche di un solo chilometro, in montagna si sa a che ora si parte ma non quella di quando si arriva. Quindi il consiglio è quello di non esagerare con i punti in un giorno solo. La fotografia sotto è costata un ripido sentiero per circa un’ora su un versante molto ventato. Sbagliare orario voleva arrivare sul posto con la luce troppo radente cosa che non mi interessava avrebbe reso lo sperone troppo evidente più di quello che è già. Il vero scopo era anche recuperare i dettagli dei rododendri e degli arbusti che hanno reso molto tridimensionale lo scatto.

 

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La fotografia è stata realizzata prima a colori, con filtro digradante da 3 stop. La panoramica è il risultato di 13 scatti per un totale di 140° di rotazione. Come detto arrivare troppo tardi avrebbe causato l’entrata del sole nell’immagine invece di essere coperto dalla vetta sulla sinistra, questo avrebbe fatto cadere la scelta verso un altro punto all’ombra ma non più centrale sulla valle.

 

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Come abbiamo visto la scelta del luogo e del momento è fondamentale durante un Trekking fotografico, ma non solo. Itinerari molto complessi esigono una preparazione a tavolino davanti una carta. La luce migliore per concludere è quella che noi scegliamo per le nostre immagini, non quella dettata dalle mode, dai social o dagli altri.

 

Come organizzarsi se le condizioni di luce non sono quelle che vogliamo?

Non è difficile organizzarsi, basta pensare a delle alternative analizzando bene i percorsi e i soggetti che avremo lungo il percorso. Per esempio un bosco attraversato da un fiume può essere una buona alternativa mentre piove o durante l’ora di luce che a noi non interessa.

 

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Nei boschi durante il giorno possono essere sfruttati interessanti giochi di luce, oppure complice il maltempo si possono realizzare immagini macro di piante, insetti, paesaggi mossi etc etc. Prendiamo l’abitudine di prendere appunti, segnare tutto su una carta o sul gps (telefono con gps) questo ci aiuterà anche sul posto a scegliere alla svelta quale itinerario intraprendere sulla base delle condizioni di luce.

 

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Per esempio a rientro dall’ultimo trekking abbiamo scelto di risalire un sentiero per fotografare le cascate, complice il cielo nuvoloso ha permesso fotografie come quella sopra che combinano la presenza umana (senza ombre contrastate) e un movimento “effetto seta” della cascata. Se fosse stato presente il sole (cosa che accade la sera quando il sole entra nella valle) e non l’ombra l’immagine avrebbe avuto un aspetto molto drammatico con un risultato totalmente differente da quello voluto.

 

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Le immagini sopra mostrano come può cambiare semplicemente la luce fotografando con cielo nuvoloso o meno. La foto a sinistra è realizzata poco prima di un acquazzone, quella destra invece in una semplice giornata di sole. La luce è decisamente diversa, a voi la scelta dell’effetto desiderato. Entrambe le immagini sono realizzate senza flash ma con pannello riflettente.

 

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Le immagini di questo articolo sono state realizzate in due giorni. E’ importante prendersi del tempo quando si decide di fotografare, è difficile riuscire a descrivere una località con un solo giorno a disposizione, al massimo l’obiettivo prefissato può essere quello di realizzare 2 o 3 immagini fine-art. Se invece l’intento è il reportage, lo storytelling attraverso la fotografia conviene fermarsi almeno due giorni sul posto. Per questo fortunatamente nelle nostre Alpi esiste una fitta rete di rifugi gestiti dal CAI e da privati.