Per fotografare in montagna serve allenamento sia per gli occhi che di gambe. Infatti non è possibile sempre fotografare e trovare panorami muovendosi solo con l’auto o piccole passeggiate. Occorre periodicamente tenere allenato il proprio corpo e il proprio cervello.
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Restare settimane senza muoversi e fotografare può far perdere un po il filo, l’”occhio” va stimolato, deve poter osservare, riprendere per poi raccontare attraverso l’immagine.
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Ieri mi sono un po allenato, complici tre amici, su 1100m di dislivello in un contesto montano svizzero molto bello.
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Ma il vero allenamento è stato per l’occhio, si perchè ho deciso di portare con me la reflex più piccola la D700 e un solo obiettivo un vecchio 35-70mm f/2.8. Facendo cosi mi sono auto-imposto una limitazione sia di focale che di dinamica, ma questo era il gioco. Osservare, riprendere con quello che si ha a disposizione. Considero queste escursioni ottimi preludi per nuove fasi creative sul paesaggio e la fotografia di outdoor, è importante ogni tanto dimenticare tutti i meccanismi, la tecnica, i pixels, le ottiche e rilassarsi un po a fotografare senza alcuna pretesa.
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Trovo davvero alienante l’ipertecnicismo in fotografia, certo conoscere la tecnica serve, sapere come funziona la propria macchina è importante, ma ogni tanto consiglio di fare un po di passi indietro, rispolverare vecchie ottiche, utilizzare la reflex più piccola o semplicemente una compatta e uscire con questo. Non vi preoccupate, non fatevi prendere dall’ansia di non perdere qualche scatto, è un ottimo allenamento per il cervello.
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Dal momento che i limiti tecnici sono evidenti e non risolvibili, che le condizioni di progressione non permettono (per esempio ci sono limiti di peso), come nello scialpinismo, molto tempo per pensare e fotograre questo è il momento buono per cercare nuovi “equilibri” fotografici.
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Provare e raccontatemi se volete il vostro risultato.
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